lunedì 21 luglio 2014

IO VADO IN MONTAGNA

Io vado in montagna, perché ne vale la pena. 
E' mattina. La voglia di iniziare la giornata non c'è, però, quando il genitore minaccia di compiere un figlicidio, la scelta è presto fatta: doversi alzare dal letto è un delitto, ma stavolta è anche "salvamento" di vita. In Toscana dicono: "Io ti fò e io ti disfo", e non c'è bisogno di usare il traduttore di Google. "Iu ti fici e iu ti speddu",  si dice dalle mie parti.
Il privilegio di nascere in una famiglia di fungiari è qualcosa di straordinario. Ti alzi presto, ti vesti con degli abiti più vecchiotti, indossi gli scarponi, prendi il paniere vuoto e parti all'avventura, sperando di ritornare a casa con il paniere pieno di funghi. Insomma: io vado in montagna.
Ci vado. L'alternativa sarebbe restare a casa a smaltire i postumi della domenica sera, quindi, in questo caso, scegliere tra casa e montagna equivale a scegliere  tra restare in coma o tornare alla vita. Meglio scegliere la vita, meglio scegliere la sanità. 
Vado in montagna. Perché per fortuna la Sicilia mi ha concesso questa doppia chance: da un lato il mare splendido e azzurro (prima che noi lo ricoprissimo di melma) dall'altro l'Etna, maestosa, fresca, pulita e profumata come il paradiso. I siciliani hanno due grandi patrimoni e ancora non sono riusciti a distruggerli entrambi.
Io vado in montagna, perché camminare per ore in mezzo al bosco dei castagni e poi in quello di querce è un'esperienza  straordinaria. Camminare è bellissimo, è qualcosa di incredibile, è così fantastico che persino io (che scrivo quasi per mestiere) non riesco a spiegarlo: se  non avete ancora capito la bellezza del camminare probabilmente non la capirete mai. E in tal caso, vi compatisco. 
Vado in montagna. E di funghi ne trovo pochissimi, anche perché la stagione è appena iniziata. Ma quello dei funghi in fondo è solo un pretesto, ciò che conta è questa meraviglia. Se non ci credete, guardate le foto.
 Non durerà a lungo. Presto arriveranno orde di uomini - in autunno - e sporcheranno anche la montagna, per soddisfare il loro innato desiderio di distruzione, per dimostrare ancora una volta il loro essere integralmente e visceralmente catanesi. E allora la montagna diventerà mare e, si spera, il mare diventerà montagna (e mi verrà voglia di andarci).
Io vado in montagna. Perché, oltretutto, in montagna non ho ancora trovato nessun assorbente, con le ali o senza.

P.S. Io vado in montagna. Perché dopo aver scritto "IO NON VADO AL MARE", se incontrassi un amico al solarium di Santa Maria La Scala dovrei usare il telo da mare per nascondermi il volto.





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